A Mia Madre

Ebbene sì, anch’io ho una madre, come tutti del resto, o meglio: come tutti Dovrebbero avere..

Purtroppo quanti bambini senza una madre nelle strade del mondo, quanti dolori, quante ingiustizie.

 

C’è chi ha tre cellulari, per quale motivo sempre e mano al cuore, riusciamo pure a trovare delle giustificazioni valide e, lo so che per questo non li salviamo, ci sono migliaia di bambini che muoiono con un pugno di riso in mano, perché non ha dove cucinarlo..

Comunque, non sono qui per salvare il mondo, ma di parlare di mia madre.

Da dove si parte in questi casi? Magari come in tutte le cose dall’inizio..

Avendo sangue misto, che a quei tempi voleva dire anche se padre e madre erano di due paeselli contigui, e cioè di taglialegna gardenesi da parte di madre e di buona borghesia viennese da parte di madre, non poteva che crescere nella cittadina più amburghese e più vicina ai tronchi amati: Merano.

Smeraldo fiorente, esempio della Bell’epoque austro-ungarica, campo di giochi di una delle prime comunità Gay d’Europa, che oggi geme dall’immobilità e dal peggior esempio di “soldi spesi bene” la ospita, tolto un periodo molto brutto della storia dell’umanità, e continua ad ospitarla ancora oggi.

Mia mamma, preferisco chiamarla cosi, è frutto di questa città: bella, ma difficilmente modellabile, come tante persone che sono rimaste a vivere li..

Da giovane pare che sia stata la foto di Deborah Kerr, allora bellezza dello schermo grande e a guardarla oggi si leggono i lineamenti fini, oggi cesellati in un viso fatto di rughe belle e brutte.

Ancora oggi porta i capelli, color fieno maturo, lunghi e spesso sciolti, fiera dei segni inevitabili del tempo.

Quello che invece non si vede sono le ferite del tempo, rinunce e malattie, prima un destino crudele le toglie la madre a giovanissima età, tragicamente; poi la sorte di mio nonno, affetto di epilessia traumatica, vero tiranno e bambino allo stesso tempo.

E’ un continuo su e giù, anche sociale nella sua vita: dalle stelle alle stalle e viceversa.

Poi mio Padre: indubbiamente grand uomo, visto dall’esterno. Intelligente, capace, ma allo stesso tempo bugiardo e fedifrago, uomo d’azione: per i propri comodi.

Mia madre li regala 3 figli, dei quali il primo sono io.

Da sempre fonte di guai, a scuola, nella vita, negli amori e nei conti: una mia amica un giorno mi ha definito semplicemente: borderline..

Ecco, io sono l’esempio della pecora nera nel gregge di dio: rigetto e amore.

Anche mio padre le fa subire una sorta di tradimento, muore giovane, lasciando una giovane madre da sola con tre piccoli bambini e poco da tirare avanti.

Supera anche questa prova e finalmente un po’ di luce: incontra un uomo che a tuttora chiamo e sento mio padre, che mi ha formato e spronato, amato e guidato.

Un periodo bello per mia madre, anzi bellissimo: un unione invidiabile e esclusiva.

Purtroppo come tante cose belle, anche questa trova una fine: non giudico, non è affar mio.

Di nuovo una solitudine, apparente..

Una donna spesso inflessibile, anche con i figli, una donna di una valle dura come quella di Garden, Holzkopf, teste di legno li chiamano da noi..

Si riprende, vive una vita borghese, senza grandi alti e bassi, escluso quelli di salute. Una vita spesso dettata da un sano egoismo, a volte lontano dalla realtà, un cuore diventato con il tempo più chiuso, forse all’apparenza arido.

Ma questo suo, una volta grande cuore, che ha regalato tante volte, è crepato da tutte le.

Poi arriva il ventotto agosto 2006, il giorno del mio incidente..

Lontano da tutti, a 11.000 chilometri il mio corpo si spezza in due, incredulità in tutti, un evento da mozzare il fiato, a tutti..

Non sono genitore, e devo dire per fortuna, forse  … non ho idea come ci può sentire. Questo forse è il motivo del mio comportamento e la mia apparente durezza nei confronti della mia famiglia.

Rifiuto aiuto non chiesto specialmente da loro, anche se so di procurare sentimenti controversi, arrabbiati e esterefatti, increduli ed inermi.. manca spesso la comunicazione di base, non mi racconto, non condivido.

Lo faccio, ma loro non sanno ascoltare, ultimamente con mio fratello ho trovato un intesa insperata, un alleato prezioso.

Mia mamma..

La guardo e vedo un mare di lacrime nei suoi occhi, color ambra invecchiata, leggo la sofferenza nel suo corpo, dice di si ma non capisce; e perché dovrebbe..

E’ una madre che protegge di diritto l’anello più debole della prole: è una madre.

Devo essere duro per amore, non posso permettermi di rilassarmi, la mia ora è un vita fatta di disciplina.

Non mi piaccio in questo ruolo, cosi rude, cosi.. lontano.

Scusami mamma: guardami..

Sono quello di sempre: libero, forte e indipendente.

Fai già tantissimo per me, perdonami la mia durezza.

Ti voglio un mondo di bene e odio vederti soffrire, ma ti chiedo per tutto l’amore che trasudi, di accettarmi come sono.

 

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